La pausa


Due volte in un giorno sarebbe stato troppo allora me lo sono tenuto da parte… il fatto che me ne sia ricordato è una menzogna perché in verità l’ho scritto ieri.
Il bello di andare a mangiare da soli è che hai tempo per guardarti intorno.
E’ divertente vedere il signore ben vestito che con fare molto aristocratico chiede un po’ di formaggio da mettere sul piatto di pasta fumante e con altrettanto fare svuota completamente la ciotola sul suddetto piatto di pasta, ora fondente più che fumante.
Poi c’è la ragazza che con il mignolo alzato prima taglia la lattuga che fuoriesce dai bordi di un panino con cotoletta e poi lo divide in quattro parti, per mangiarlo più educatamente forse, anche se l’onda di maionese aggiunta ha seriamente compromesso la pulizia dell’operazione, e della sua persona.
La coppia di impiegate di fianco mangiano in sincrono, tagliano, spezzettano e addentano le loro pizze in contemplativo silenzio e cordiale sincronia.
Il ragazzo seduto al bancone guarda distrattamente fuori dalla vetrina, ipnotizzato dal passaggio delle macchine, salvo per dare dei gran bocconi, tre in tutto credo, ad una piadina destinata ad una fine violenta ma quantomeno rapida. mi chiedo dove la porterà questa famelica frenesia.
Il ragazzo all’altro lato, beve un caffè fuma una sigaretta e parla al telefono; contemporaneamente.
La signora coi sensi di colpa ordina un trancio di pizza, lo taglia in pezzi piccoli e lo mangia lentamente, almeno così pare, perché lei è attenta a non esagerare, solo che poi ne ordina un’altra perché buona ma non appagante e poi sai: io più della pizza tonda da pizzeria preferisco quella più casereccia, come fatta in casa, come la faccio io.
Il ragazzo in angolo, non ha rispetto per il suo cibo. E’ insabbiato dentro il suo giornale e non presta attenzione a quello che sta mangiando, il cibo si ribella lo vedo ma alla fine la avrà vinta, almeno spero.
Una coppia parla, in continuazione, e non si capisce come faccia magicamente il cibo a svanire dai loro piatti mentre un’altra coppia non parla e non si capisce come sia possibile che il loro cibo, altrettanto magicamente, fatichi così tanto a sparire dai piatti.
 Io intanto mangio, stancamente un po’, con un onesto piacere per il sapore che mi riempie la bocca e intanto mi chiedo, ammetto molto cinicamente: ma un uomo cieco che passa due volte nella stessa direzione semplicemente non è riuscito ad attraversare la strada o ha una prospettiva completamente diversa rispetto alla destinazione?   

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