Il piacere di scrivere!

il piacere di scrivere

Il piacere di scrivere non esiste più.
Adesso è il piacere di battere sui tasti... aspetta... ho come l'impressione che se ci limitiamo al piacere di battere... no, non è la stessa cosa.
Va bene, rimaniamo sul piacere di scrivere, anche se con il gesto in se non c'entra più tanto, che  a me a tenere la penna mi faceva pure male alla mano.
Adesso è tutta una questione di tunnel carpale, palline ortopediche e rialzi da polso in gel, posizione eretta della schiena, luci accese anche di giorno e 626 Beghelli, altro che penna candela e calamaio, finestre sui cortili, e macchie sui polsini della camicia, che poi i manicotti hanno anche il loro fascino, strano che non siano diventati indie come le ghette, i bastoni da passeggio e i baffoni, e se metto anche un punto magari mi ci capisco pure io.
Bene, parlavamo del piacere di scrivere, ma 2.0. (che potrebbe diventare il piacere di battere che potrebbe essere pure una necessità, coi tempi che corrono)
Perché ora come ora le occasioni di scrivere sono tantissime, e i luoghi deputati alla scrittura sono innumerevoli e il numero di battute giornaliere solo in questa città non riesco nemmeno a immaginarlo.
Tutti scrivono, io pure, e scrivono ovunque... che siano 140 caratteri o 14000 poco importa e poco cambia in effetti, il significato si può tradurre molto spesso in una sola semplice parola o addirittura in un pronome personale.
Ed è proprio questo il piacere intrinseco della scrittura e dell'affermazione del se, scrivo quindi sono, commento quindi affermo, recensisco quindi esisto... o semplicemente...
non avevo un cazzo da fare.
[sussurato]
non è vero è che a me scrivere piace, ancor di più piace scrivere parole in sequenza quasi casuale. E quando lo faccio, e ritengo il risultato piacevole, mi sento bene. Per cui chiunque voi siate se vi scappa da scrivere... "sempre meglio fuori che dentro". Se poi era una stronzata, il detto non era casuale.

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